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Utilizzo del visore notturno: il comunicato congiunto di Federcaccia, Enalcaccia e Anuu Migratoristi di Bergamo

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CONSIDERAZIONI IN ORDINE ALLA “NUOVA SELEZIONE AL CINGHIALE” CON L’IMPIEGO DEL VISORE NOTTURNO

La possibilità di utilizzo del visore notturno nella caccia di selezione al cinghiale ha suscitato nel mondo venatorio pareri discordanti.

Con il voto di martedì 19 maggio 2020 il Consiglio regionale della Lombardia si accinge ad approvare l’impiego del visore notturno nella caccia di selezione al cinghiale che, a seguito di parere ISPRA, potrebbe svolgersi durante tutto l’anno o comunque per molti mesi in più rispetto alla stagione di apertura generale della caccia e anche in orario notturno.

In primo luogo si constata che l’iniziativa di introdurre il visore notturno non proviene dalle scriventi associazioni venatorie e si presume trattasi di una risposta alle richieste del mondo agricolo, tese al contenimento del cinghiale.

Premesso che i Consigli provinciali di Federcaccia, Enalcaccia ed A.N.U.U. non si sono potuti riunire, in forza delle restrizioni legate all’emergenza sanitaria, si esprimono di seguito alcune condivise considerazioni emerse in seno alle dirigenze delle stesse.

L’impiego del visore notturno nella caccia di selezione in linea di principio alimenta diverse voci di contrarietà, poiché non è reputato uno strumento etico e tradizionale. Tra le posizioni maggiormente critiche emergono quelle dei cacciatori di selezione agli ungulati poligastrici e dei cacciatori al cinghiale in forma collettiva.

Comunque, dal momento che la selezione al cinghiale potrebbe essere praticabile anche di notte, si rileva che il visore notturno diviene uno strumento utile ai fini dell’abbattimento, del riconoscimento del capo e soprattutto necessario per la sicurezza.

Le perplessità di ordine pratico risiedono nella possibilità di caccia notturna, in quanto potrebbe generare un paravento per i bracconieri, divenendo difficile distinguere episodi di bracconaggio dall’attività venatoria notturna.

A tutela della caccia, si auspica che il dialogo instaurato tra le scriventi associazioni venatorie e l’Assessorato regionale competente possa comportare l’introduzione di limiti alla selezione al cinghiale notturna, quali la riduzione del calendario per la fascia notturna, l’obbligo per il cacciatore di comunicazione preventiva dell’uscita con indicazione del luogo di caccia, nonché l’inasprimento delle sanzioni per i bracconieri.

Regione Lombardia è intervenuta sulla “questione cinghiale” diverse volte nell’ultimo anno. In settembre 2019, nella convinzione della riattivazione del contenimento anche ad opera degli operatori faunistici, ha invitato le associazioni venatorie ad organizzare corsi a cui hanno partecipato circa 270 cacciatori, affinché conseguissero le relative abilitazioni come da nuovo percorso formativo approvato in data 24 giugno 2019. Quindi, successivamente ha introdotto all’art. 41, Legge regionale 26/93, il comma 5-bis, che pare faccia salve le precedenti autorizzazioni degli operatori già rilasciate dalle Province, per poi introdurre la “nuova selezione al cinghiale” con l’impiego del visore notturno.

La “nuova selezione al cinghiale”, seppur attuata in forza di piani di prelievo a seguito di censimenti, aggira l’art. 19 della Legge 157/92 e andrà di fatto a sostituire in parte l’effetto del contenimento. Ad oggi infatti, anche in forza della resistenza dei Corpi di Polizia provinciale della Lombardia dopo “i fatti di Brescia”, il contenimento non è praticato ad opera degli operatori faunisti, nonostante la previsione di cui all’art. 41 della Legge regionale 26/93.

Si tralasciano considerazioni circa i dubbi di legittimità dell’impiego del visore notturno nella pratica della selezione, poiché trattasi di una valutazione giuridica e giurisprudenziale che compete a Regione Lombardia in sede legislativa.

I Presidenti provinciali di Bergamo

F.I.d.C. – Michele Bornaghi

Enalcaccia – Giancarlo Bosio

A.N.U.U. – Carlo Luigi Piffari

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