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Questione cinghiali tra Solto Collina ed Endine Gaiano: dopo le accuse ai cacciatori Federcaccia invita i suoi iscritti a non partecipare ad alcun intervento di controllo

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Riprendendo quanto pubblicato su L’Eco di Bergamo del 9 febbraio, a pag 27, ecco il commento di Federcaccia Bergamo:
Oggi abbiamo dovute leggere l’ennesimo attacco al mondo della caccia, a dire di alcuni reo di favorire la presenza dei cinghiali ostacolandone il loro contenimento.
Si accusa in primis il ritrovamento di un pasturatore, e il dott. Frosio lascia intendere che sarebbe opera dei cacciatori per “allevare” i cinghiali. In realtà è un metodo usato dalla guardie provinciali per tener lontani i cinghiali dalle colture e per avere più possibilità di abbatterli, e di certo non comporta una crescita della specie: una manciata di mais non incide minimamente sulla sopravvivenza della specie. Al massimo lo abitua a stare al fianco della polenta. E ben potrebbe essere il pasturatore abusivo di un bracconiere, che vuole uccidere con più facilità i cinghiali: fa piacere che gli agricoltori si vogliano affiancare a Federcaccia nella lotta al bracconaggio sul cinghiale.
Ma addirittura abbiamo dovuto leggere che “a Trate di Gaverina sono stati avvistati strani movimenti sul limitare del bosco, con liberazione di cuccioli di cinghiale” e ci stupiscono alquanto le parole di Tino Consoli, vicesindaco di Solto Collina, cacciatore, che si chiede “come mai nelle battute di caccia al cinghiale vengono abbattuti solo animali maschi? E non femmine, magari gravide?”.
Innanzitutto spiace che né il dott. Frosio né il dott. Consoli, entrambi veterinari ed entrambi cacciatori, si siano ricordati di spiegare al giornalista che siamo in pieno periodo delle nascite: nessuno è stato a Trate a liberare cuccioli di cinghiale, semplicemente i cinghiali ci sono e, secondo le leggi e i tempi della natura, partoriscono.
Al posto di “strani movimenti” il giornale poteva parlare di “lancio di cinghialetti dagli elicotteri”: l’articolo avrebbe mantenuto intatta la sua infondatezza, ma almeno sarebbe stato simpatico.
Il dott. Consoli poi anziché porsi domande inutili e infondate, ben poteva richiedere al Compresorio Alpino di Caccia Prealpi Bergamasche i dati degli abbattimenti e dei rilievi biometrici. Avrebbe così appreso che in attività di caccia sono stati abbattuti 530 cinghiali, di cui 270 maschi e 260 femmine, avrebbe potuto approfondire che nella seconda classe d’età, quella che si avvia alla riproduzione, sono state abbattute 103 femmine contro 76 maschi. 
E forse resterà sorpreso venendo a sapere che proprio le due squadre che operano a Riva di Solto, Fonteno, Solto Collina e Endine Gaiano abbiano abbattuto – nella sola attività di caccia – 56 cinghiali, di cui 26 maschi e 30 femmine (di cui 3 certamente gravide: 2 in territorio di Solto Collina e 1 in territorio di Endine Gaiano).
Consoli per esperienza professionale e venatoria tra l’altro sa che fino a dicembre non si può stabilire lo stato di gravidanza o meno dei cinghiali: e infatti le 3 femmine (adulte) gravide sono state abbattute proprio a dicembre, insieme a 2 adulte non gravide e 7 femmine giovani che sarebbero state pronte per l’accoppiamento la prossima primavera. Inoltre prima della caccia le squadre in selecontrollo avevano abbattuto altri 42 cinghiali, e così per complessivi 572 cinghiali nel 2018 nel solo CAC Prealpi Bergamasche, a cui si aggiungono quelli abbattuti dalla polizia provinciale e da altri operatori. 
L’articolo di oggi segue peraltro anche alcuni servizi sulle TV locali, in cui anzichè dare spazio all’informazione, si è dato spazio alle chiacchiere da bar.
Alla luce di quanto sopra Federcaccia non può che dirsi stufa e contrariata della mancanza di obiettività sul lavoro di contenimento effettuata in sede di caccia e di controllo da parte dei cacciatori e pertanto invita tutti i propri iscritti ad astenersi da ogni intervento di controllo.
Ciò anche alla luce del fatto che, a fronte delle ultime interpretazioni della legge nazionale, i cacciatori, anche muniti di apposita qualifica di operatori faunistici autorizzati dalla Provincia e dalla Regione, non potrebbero coadiuvare la polizia provinciale nel controllo del cinghiale.
Pertanto come Federazione riteniamo inaccettabile che i nostri iscritti partecipino quali volontari all’espletamento di un servizio pubblico da cui può discendere per loro una denuncia penale, con rischio di sospensione del porto d’armi.
Da ultimo sin da questo articolo procederemo legalmente contro ogni illazione diffamatoria mossa nei confronti dei cacciatori, sia con riferimento alle asserite immissioni di “cuccioli di cinghiale” sia con riferimento alle illazioni circa il mancato abbattimento delle femmine preordinato a far crescere la specie da contenere, siano le stesse da imputarsi al giornale o a virgolettati avventati.
Il Presidente Provinciale di Federcaccia Bergamo
Lorenzo Bertacchi
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