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Una scoperta che arriva dal mondo della caccia: avvistato in Valle Brembana lo sciacallo dorato europeo

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Qualche anno fa era stato segnalato e fototrappolato l’orso chiamato JJ5, che passò qualche mese in Valle Brembana. L’anno scorso un altro orso è transitato sulle nostre montagne e il passaggio è stato “documentato” grazie alle fototrappole, all’impegno e alla passione di Stefano Locatelli, un vero cacciatore – naturalista di Valleve, grande appassionato di fauna selvatica.

Ancora una volta i cacciatori, custodi attenti della fauna selvatica, sono i protagonisti di una scoperta scientifica interessante.

Quest’anno è stata la volta dello Sciacallo dorato europeo, fotografato sempre da Stefano Locatelli in alta Valle Brembana. Già avvistato fugacemente durante i censimenti notturni alla lepre, in compagnia di Bruno Boffelli, una delle guardie della Polizia Provinciale di Bergamo, che coordina queste attività di monitoraggio notturno, aveva lasciato tutti un po’ di sorpresa: sembrava avere caratteristiche tipiche sia del lupo, anche se più piccolo, sia della volpe, ma un po’ più grosso e con la coda più corta. Per qualche tempo è rimasto un mistero.

La sorpresa interessante è stata che, tra le foto di cervi, caprioli, camosci, tassi e volpi, il 4 giugno, alle 9,15 di sera, è stato fototrappolato anche questo nuovo ospite. Capito che poteva trattarsi proprio del misterioso canide selvatico avvistato qualche tempo prima, Locatelli ha contattato il Dott. Luca Lapini, zoologo del Museo di Storia Naturale di Udine, che da anni studia la presenza in Italia dello Sciacallo dorato, a cui ha inviato gli scatti fotografici.

Lapini ha così potuto confermare, senza ombra di dubbio, che si tratta proprio dello Sciacallo dorato. In collaborazione con la Polizia Provinciale di Bergamo e con gli auspici del Parco delle Orobie Bergamasche, presto verranno effettuate da esperti ricercatori attività di monitoraggio di tipo acustico (BAM, Bio Acoustic Monitoring).

Quella di Locatelli resta, per ora, la prima segnalazione in assoluto in Lombardia, già riportata anche sul sito www.nationalgeographic.it del 19 giugno, a testimonianza della costante espansione verso est di questa specie, già presente con diversi nuclei riproduttivi nel Friuli Venezia Giulia, in Veneto e in Trentino Alto Adige. Presente in Italia nord-orientale dagli anni ‘80, lo Sciacallo dorato è considerato dalla legislazione italiana specie particolarmente protetta, come il lupo e l’orso.

Da quest’anno il Comprensorio Alpino Valle Brembana ha avviato un progetto con l’Università di Pavia per il monitoraggio dei cervi, attraverso la tecnica del fototrappolaggio, per studiarne gli spostamenti nelle diverse stagioni. Le Orobie si confermano un vero paradiso naturalistico, ma anche un importante laboratorio di ricerca scientifica, e questo grazie a chi lo sta gestendo con cura e passione, con i cacciatori sempre in primo piano.

Flavio Galizzi

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Gli sciacalli dorati europei (Canis aureus moreoticus Linnaeus, 1758) d’Italia provengono dalle popolazioni della costa adriatica (Dalmazia) e della Croazia orientale (Slavonia), come dimostrato da un recente studio sul DNA degli esemplari italiani. Attualmente la specie è in forte espansione verso l’Europa centrale ed ha già raggiunto Austria, Svizzera, Germania e persino l’Estonia e la Bielorussia. La grande adattabilità e lo spiccato opportunismo alimentare dello sciacallo dorato (la capacità di sfruttare in maniera opportunistica diverse risorse alimentari, come piccoli vertebrati, frutta, ma anche rifiuti e altro) sono le sue caratteristiche vincenti, che ne hanno favorito l’espansione in Europa. 

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