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Regione Lombardia presenta la richiesta di deroga a Ispra per storno, fringuello e peppola e per la cattura di tordi, cesene e merli

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“In settimana partirà la richiesta di deroga all’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale per storno, fringuello e peppola, nonché la deroga per la cattura di tordi, cesene e merli. L’iniziativa è stata condivisa con le associazioni venatorie lombarde”.
Lo annuncia in una nota  l’assessore all’Agricoltura della Regione Lombardia Fabio Rolfi in merito alla comunicazione approvata oggi durante la giunta regionale. “Intendo dare nuovo slancio al tema per superare le note resistenze di Ispra alla concessione di deroghe, comunque previste anche dalla normativa europea. Ho richiesto un incontro ai nuovi vertici Ispra che voglio allargare anche ai rappresentanti delle altre Regioni coinvolte dal tema e ai parlamentari del territorio. È necessario fare fronte comune per difendere un settore che ha un forte indotto occupazionale e che rappresenta una tradizione ancora viva del nostro territorio”.

Lo storno ha causato gravi perdite alle produzioni lombarde. I danni accertati dal 2008 a oggi ammontano a 800 mila euro nella nostra regione. Solo nel 2017 le province di Brescia, Pavia e Sondrio hanno registrato danni per 60 mila euro. Le colture maggiormente colpite sono quelle vitivinicole per la produzione di vini DOC e DOCG e frutticole (melo, ciliegio), con concentrazione nel periodo della maturazione dei frutti a giugno e tra agosto e ottobre.

La richiesta sarà inoltrata all’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale al fine di autorizzare le seguenti attività:

– il controllo di esemplari della specie Storno, da attuarsi mediante prelievo venatorio da parte di cacciatori espressamente autorizzati; il prelievo venatorio di esemplari delle specie Storno, Fringuello e Peppola per consentire, in condizioni rigidamente controllate e in modo selettivo, la cattura, la detenzione o altri impieghi misurati di determinati uccelli in piccole quantità. In questi due casi, per una parte molto limitata della stagione venatoria, su una ridotta percentuale della superficie regionale utile alla caccia e da parte di un numero di cacciatori identificabili nominalmente.

– la cattura di esemplari delle specie Tordo bottaccio, Tordo sassello, Cesena e Merlo da cedere ai cacciatori come richiami vivi per la caccia da appostamento, per consentire, in condizioni rigidamente controllate e in modo selettivo, la cattura, la detenzione o altri impieghi misurati di determinati uccelli in piccole quantità. In questo caso per un periodo ben definito della stagione venatoria, in impianti di cattura pre-individuati quanto a numero e ubicazione territoriale ed espressamente autorizzati dalla Regione, su quantitativi prefissati di uccelli catturabili per ciascuna specie, a opera di soggetti abilitati e con modalità sottoposte a controlli da parte dei soggetti competenti.

(Regione Lombardia)

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