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Le ricerche di Fidc Lombardia su cesena e lepre

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Due ricerche per portare il mondo della caccia nel futuro e dare maggiori garanzie a due specie in difficoltà per diversi motivi. Federcaccia Lombardia ha investito nella ricerca per dare continuità al futuro della lepre e della cesena, due progetti importanti che interessano un numero di cacciatori rilevanti, presentati nel corso dell’annuale assemblea di Federcaccia che raccoglie tutte le sezioni provinciali. La ricerca che ha tra gli obiettivi quello di aiutare una specie in difficoltà, è quella sulla lepre, realizzata in collaborazione con lo studio Geco, che vedrà investiti 144 mila euro fino al 2019. Il dato è allarmante, la lepre è in calo, e secondo i dati a disposizione dai cacciatori delle varie provincie lombarde lo è dal 2010, senza che siano stati rilevati veri problemi sanitari. Quello che è cambiato nel corso degli ultimi 15 anni è stata la gestione del territorio, le modifiche dello stesso dal punto di vista agricolo, l’ aumento di monoculture, la meccanizzazione dell’ agricoltura, oltre ai prodotti utilizzati per rendere più produttiva la stessa e l’ urbanizzazione del territorio che causa una contrazione nell’ambiente a disposizione della lepre, che diventa più vulnerabile e sensibile.

L’area di studio comprenderà le province di Pavia, Lodi, Mantova e Cremona, con l’obiettivo di aumentare le conoscenze per poter gestire al meglio la lepre, studiando il tipo di ambiente e come le popolazioni vivono all’interno di queste aree di studio, focalizzandosi su parametri riproduttivi e sull’ecologia della specie, per poter rilevare i fattori debilitanti dell’animale e aiutarlo a riprendersi dal punto di vista numerico. Verranno divulgati gli obiettivi e informate a livello locale le varie realtà del territorio, per avere il massimo della condivisione grazie a dibattiti e incontri: si chiederà agli Ambiti e agli altri enti i dati faunistici sull’area di studio, verranno formati operatori che avranno il compito di censire la specie. Saranno poi rilasciati soggetti forniti di radiocollare: lo scopo è quello di vedere come si comportano lepri di provenienza diversa, soggetti di cattura locale, di provenienza nazionale o estera da allevamento, un centinaio in totale di lepri rilasciate nelle Zone di Ripopolamento e Cattura, monitorate almeno per un anno dopo il rilascio, per valutare spostamenti, preferenze ambientali, sopravvivenza e cause di morte. La ricerca svolta permetterà di identificare le criticità degli animali rilasciati, i fattori limitanti, attraverso un monitoraggio sanitario e genetico, per definire misure di conservazione e gestione. Dal punto di vista gestionale la ricerca sulla lepre permetterà di capire come devono essere fatte le Zrc, la loro distribuzione e se devono essere riorganizzate, quali sono idonee e quali no. Il progetto sarà partecipato e condiviso, anche passando dall’Ispra che darà garanzia al lavoro, l’Università con tesisti e tirocinanti in campo per l’attività di monitoraggio, gli enti sanitari, organi di vigilanza volontaria e no, e tutti gli operatori volontari di Ambiti e Associazioni volontarie interessati al progetto.

In Lombardia sarà attivato anche un progetto legato alla cesena, uno dei tanti studi dell’Ufficio Avifauna migratoria Fidc legati agli uccelli migratori, con l’obiettivo di modificare i dati key-concept portando ai burocrati veri dati scientifici. Il progetto parte con una fase sperimentale, trattandosi di una specie con un peso inferiore alla beccaccia: i trasmettitori disponibili sono sui 3 grammi, quasi al limite del peso sopportabile dalla cesena, anche se ci sono esempi sulla tortora che hanno permesso di studiare la migrazione dall’Inghilterra al Senegal, nonostante si parli di alcune aziende pronte con nuove tecnologie ancora più leggere. Federcaccia Lombardia acquisterà una ventina di dispositivi, con possibilità di aumentare il budget fissato in partenza a 60mila euro l’anno per tre anni: verranno marcati uccelli su luoghi di transito nel periodo autunnale tra Brescia e Bergamo e su luoghi di svernamento nelle zone dell’Appenino nell’Oltrepo pavese. Saranno parte del progetto il Dipartimento di Bioscienze dell’Università di Milano, fondamentale dal punto di vista pratico, insieme ai cacciatori. Da novembre a gennaio saranno marcati questi 20 animali: la programmazione darà informazioni di tipo pratico, quando le cesene migrano e quando si può chiudere la caccia in Lombardia, ma permetterà anche di aiutare la conoscenza generale e la gestione della specie, individuando dove nidificano e quali rotte prediligono, per una specie mai costante nelle varie stagioni di caccia.

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