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Federcaccia incontra i roccolatori: le disposizioni della sezione provinciale sul futuro dei roccoli

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Informativa sui roccoli e invito ad incontro sulla strategia per salvarne l’attività quale bene culturale.
Egregi sig.ri Roccolatori Bergamaschi,
ritengo opportuno fare un po’ di chiarezza sulla situazione attuale ed illustrarVi quale sia la strategia messa in atto da Federcaccia Lombardia per provare a salvare la nostra più grande tradizione venatoria.
Federcaccia Lombardia infatti ha deciso di non lasciare cadere più nulla a ISPRA, al Governo e a chiunque voglia minare le radici della nostra passione e sta investendo non poche risorse economiche per arrivare a procedere anche giudizialmente.
Inutile dire che siamo con le spalle al muro: in realtà la modifica al Senato non ha cambiato praticamente nulla e la modifica si limita a nostro avviso a mettere per scritto quanto già derivava dall’applicazione diretta della Direttiva Uccelli. Ovvero che i roccoli, finché non ne sarà eventualmente sancita la natura di impianti selettivi in via definitiva, potranno essere attivati solo e soltanto in deroga in assenza di valide alternative, in condizioni rigidamente controllate e per piccole quantità.
Ma in ogni caso per continuare a farli funzionare dobbiamo cambiare completamente punto di vista e strategia: le catture per rifornire i cacciatori da capanno di richiami è insostenibile. I dati ufficiali dicono infatti che i capannisti hanno richiami allevati a iosa. Che sia vero o falso poco importa: sono i dati ufficiali.
Rimangono allora la cattura di esemplari per il rinsanguamento degli allevamenti, la cattura a scopo scientifico e, per noi fondamentale, il funzionamento dei roccoli per salvare l’attività dei roccoli storici in quanto vero e proprio bene culturale.
Il giorno 1 luglio il sottoscritto, il Presidente Regionale FIDC Cavallari e il Presidente di Brescia Marco Bruni ci siamo incontrati con Federcaccia Toscana a Firenze: oggetto dell’incontro era valutare una strategia comune su catture e prelievi in deroga. Nell’occasione abbiamo incontrato l’avv. Alberto Bruni, che per Federcaccia ha intrapreso una serie di azioni, anche a livello comunitario: non ultima quella sulla diversità intollerabile dei Key Concept dei calendari Italiani e Francesi e ora un’azione contro ISPRA per aver commissionato alla LIPU la redazione del rapporto sullo stato di conservazione dell’avifauna in Italia.
Nell’occasione si conveniva con l’avv. Bruni su quella forse è l’ultima strada che ci rimane: salvare i roccoli facendo valere la valenza di bene culturale non del solo impianto di per sé, ma dell’attività stessa di cattura. Oggetto di tutela deve essere l’attività esercitata attraverso un impianto storico.
Il codice dei Beni Culturali infatti tutela anche gli impianti in cui si svolge un’attività economica rurale tradizionale e obbliga gli enti pubblici a garantirne la fruizione (anche con sanzioni penali).
Per questo abbiamo intrapreso una duplice iniziativa.
Da un lato attraverso i senato leghisti (gli unici che si sono resi disponibili a provarci) abbiamo fatto presentare un emendamento alla legge comunitaria preparato volto a far riconoscere il valore culturale dei roccoli e garantire il funzionamento dei roccoli storici (più vecchi di 50 anni).
Dall’altro abbiamo diffidato ufficialmente la Regione Lombardia dall’adeguarsi ai pareri ISPRA negativi su caccia in deroga e apertura dei roccoli: nella specie già nella diffida facevamo valere il valore culturale dei roccoli e la necessità di farli funzionare per rispettare il codice dei beni culturali.
In realtà ci sarebbe bastato un provvedimento di diniego delle Regione: l’avremmo impugnato al TAR per far pesare tutti i diversi e non pochi motivi di illegittimità dei pareri ISPRA.
La Regione invece ha deciso di procedere all’impugnazione dei pareri: Federcaccia aiuterà la Regione affiancandola legalmente in Giudizio.
A seguito della Diffida siamo stati ricevuti dapprima lunedì 21 luglio dall’assessore Fava: nell’occasione abbiamo spiegato quale fosse il nostro obiettivo ovvero far valere il valore culturale dell’attività dei roccoli (non solo paesaggistica, ma culturale) e farli funzionare per i più svariati motivi (catture richiami, allevamento e inanellamento a scopo scientifico). Fermo restando che l’Assessore e gli Uffici sulla possibilità di concedere deroghe per quest’anno (roccoli compresi) non ci sentono, di fronte all’assenza di alternative si è aperta una finestra di dialogo per affrontare il problema sotto questa nuova luce.
Pertanto mercoledì 23 luglio il sottoscritto e l’avv. Bruni incontravamo nuovamente la dott.ssa Bonomo in Regione, illustrando nei particolari la strategia che si vuole provare a seguire e che contempla la disponibilità di uno o due roccolatori a richiedere il riconoscimento di bene culturale per il loro impianto in esercizio.
Di fronte ad un certo scettiscismo degli Uffici stiamo in questi giorni riscontrando una buona disponibilità della componente politica: dal Presidente Maroni, all’Assessore Fava sino a diversi consiglieri stiamo raccogliendo una positiva adesione alla nostra idea, che speriamo si concretizzerà presto in una presa di posizione ufficiale della Regione con il riconoscimento dell’alto valore culturale della Vostra attività e che per noi serve per salvare il roccolo nella sua forma tradizionale. Vogliamo che sia riconosciuto il valore culturale dell’attività esercitata in maniera tradizionale e che siano mantenute queste caratteristiche inderogabili anche se si facessero le catture a scopo scientifico: architettura dell’impianto, impianto arboreo tipico, uso di reti verticali, uso dei richiami vivi.
Il nostro obiettivo rimane quello di ottenere l’apertura dei roccoli per la prossima stagione venatoria, ma francamente è molto difficile e quindi non facciamo promesse.
L’altra grande battaglia che stiamo pianificando è poi quella di portare in Regione l’esame per l’abilitazione dei nuovi roccolatori: ISPRA si deve limitare a fornire il protocollo per il corso, ma l’abilitazione deve essere di competenza regionale.
Sarei dunque lieto di incontrarVi tutti il giorno mercoledì 2 settembre alle ore 20,30 in sede di Federcaccia Bergamo per confrontarci sulla percorribilità della proposta: al riguardo sarete contattati di Gianfranco Fustinoni cui ho affidato il compito di coordinare la serata.

Il Presidente Provinciale FIDC Avv. Lorenzo Bertacchi

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