Home»Iniziative difesa caccia»Approfodimento a cura di Federcaccia Bergamo: le munizioni senza piombo nella caccia, a cura di Flavio Galizzi

Approfodimento a cura di Federcaccia Bergamo: le munizioni senza piombo nella caccia, a cura di Flavio Galizzi

0
Shares
Pinterest Google+

È di fine ottobre l’articolo su L’Eco di Bergamo che riportava di uno studio effettuato su una carcassa di aquila dal quale risultava la presenza di una percentuale di piombo nel sangue di molto superiore alle dosi accettabili. Questo ha fatto presupporre che potesse essere deceduta per “Saturnismo”, una forma particolare di intossicazione da piombo che può interessare le specie animali, in questo caso gli uccelli a causa del loro particolare sistema digestivo, che trattiene nel tratto digestivo, una volta ingerito, le particelle o i pallini di piombo fino alla loro consumazione, provocando quindi questa particolare forma di intossicazione.

Di studi sull’argomento ne sono stati fatti molti, e tutti riportano dati preoccupanti su tale fenomeno, che può dipendere in parte anche dalla caccia, anche se le fonti di assunzione del piombo possono essere diverse, dall’acqua a molte altre sostanze ingerite. Torna comodo puntare sempre il dito sulla caccia, visto che le altre fonti di inquinamento sono “protette” in quanto coinvolgerebbero molti altri soggetti economici e industrie che restano nell’ombra. Ma noi cacciatori, a cui deve stare a cuore tutto l’ecosistema nel suo complesso, compresi i grandi e piccoli predatori, inteso comunque sempre in termini di equilibrio, abbiamo il dovere di partecipare, per quello che ci è possibile, alla soluzione di questo problema. Ma andiamo oltre, le polemiche lasciamole ad altri, e vediamo come si è mosso in questi anni il mondo dei produttori di cartucce da caccia, in particolare quelle per le armi rigate, e il mondo venatorio.

Tutte le case produttrici di proiettili da caccia hanno fatto studi, investito denaro, tanto denaro, per trovare risposte adeguate, e oggi sono in grado di fornire soluzioni ottimali, e per certi versi addirittura migliorative, al problema del munizionamento dei fucili a canna rigata. Tutte le grandi case si sono attrezzate e hanno messo sul mercato proiettili atossici senza piombo, per ogni calibro, affiancandoli a quelli già sperimentati a bassissima frammentazione, già adeguati al problema. Studi approfonditi sulla balistica, in particolare su quella terminale, sull’effetto cioè di questi proiettili sull’animale colpito, ne hanno ottimizzato l’efficacia e la precisione, tutte caratteristiche indispensabili al servizio cui sono destinate.

I costi di queste munizioni, pur considerando gli ingenti investimenti necessari per adeguare o sostituire gli impianti di produzione, sono solamente di poco superiori alla classica cartuccia con piombo morbido, e non rappresentano alcun problema per i cacciatori di selezione. Oltre alle case che già producevano cartucce con piombo, in Italia abbiamo visto nascere e crescere alcune piccole aziende, come la ECO bullets, la Chimera e la Hasler, che si sono specializzate nella produzione di queste palle “monolitiche”, per ora utilizzate solo dai ricaricatori, sicuramente di qualità elevate.

Anche gli americani si sono mossi in tal senso con prestigiose case come Nosler, Hornady, Barnes studiando nuove ogive in rame ottone o leghe alternative al piombo, così come le case auropee. Sono state testate per diversi anni da moltissimi cacciatori, e tutte hanno dato risposte molto valide, addirittura, come dicevo, migliorative rispetto a quelle tradizionali: eccellenti sul piano della velocità e della precisione, che sono le cose che più contano nella caccia. Se qualcuno ha sollevato qualche dubbio sulla minore capacità di stoppare sul posto l’animale, lo fa non a ragion veduta, perché questa caratteristica dipende principalmente dalla precisione del tiro, dalla destrezza del tiratore e dalla sua performance personale. Ma su tale problema interviene un principio etico non derogabile: ciascun cacciatore ha l’obbligo morale di esercitarsi nel tiro, di mantenere un ottimo livello di conoscenza della propria arma e di prestazione nel tiro. Affermare che una palla che esplode all’interno dell’animale, facendo danni inguardabili, è più performante sotto il profilo dell’abbattimento certo, è una scappatoia che non è più accettabile, sia sotto il profilo etico che propriamente tecnico – venatorio, considerato che le carni sono poi destinate al consumo. A certe prese di posizione conservative ingiustificabili, si deve aggiungere una certa convenienza di tipo commerciale, che nulla ha a che vedere con le valutazioni tecniche sopra esposte, da parte di coloro che si trovano ad avere in magazzino quantità ragguardevoli di cartucce con piombo morbido. Ma questo è un altro argomento, che esula dai principi su cui ho impostato questa mia riflessione.

Su certi tipi di palla con il nucleo di piombo, quelle definite “bonded”, che hanno il piombo “incollato” alla camicia di rame che lo riveste, a bassissima frammentazione e che non esplode, dobbiamo prendere una difesa decisa, in quanto tecnicamente sono quasi paragonabili a quelle monolitiche in rame, poiché conservano, nell’attraversare l’animale colpito, quasi tutta la loro energia, e il piombo si affunga senza disperdersi nelle carni e nei visceri, se non in misura risibile.

Semplificare il problema mettendo genericamente al bando le cartucce con piombo sarebbe una scappatoia superficiale, senza motivazioni tecnico scientifiche a sostegno, da evitare nella maniera assoluta, come ogni tipo di proibizionismo.

La strada maestra è invece quella di un approfondimento della problematica, sostenuta da dati tecnici e scientifici, e di una partecipata presa di coscienza del problema, che permettano ai cacciatori di non dover “subire” imposizioni quando loro stessi sono in grado di trovare soluzioni intelligenti, senza ammennicoli o altri tipi di norme assurde, come quelle di portare a valle gli animali con i visceri, compromettendo inevitabilmente la qualità delle carni, né tantomeno pensare che si debba andare a caccia sulle Alpi portandosi appresso pala e piccone per il sotterramento dei visceri!

È nostro compito fare ragionamenti seri e partecipare alla soluzione del problema in termini ampi e condivisi, con raccomandazioni accettabili e praticabili.

Vediamo allora quali possono essere i suggerimenti e le raccomandazioni alle quali i cacciatori possano e dovrebbero attenersi, facendole proprie.

In ordine al problema del munizionamento, il cacciatore di selezione, checché ne dicano i commercianti e i soloni sempre pronti a differenziarsi, che hanno fini diversi da quelli su cui abbiamo svolto questa nostra riflessione, dovrebbero sempre scegliere o munizioni con la palla in rame, le cosiddette “monolitiche”, oppure, nel caso vogliano continuare ad usare palle con piombo, scegliere solamente munizioni di tipo “Bonded”, quelle con il piombo incollato alla camicia di rame che le avvolge, in quanto questo tipo di palla non esplode, ma affunga correttamente mantenendo compatto il piombo senza dispersione nelle carni e nei visceri, se non in quantità infinitesimali, quindi non problematiche.

Palla BONDED, col nucleo di piombo icollato alla camicia, che si affunga senza disperdere piombo nelle carni.
Palla BONDED, col nucleo di piombo incollato alla camicia, che non disperde piombo nelle carni.
Palla con piombo morbido, che si disperde in micro particelle nelle carni e negli organi interni.
Palla con piombo morbido: si disperde in microparticelle nelle carni e negli organi interni.

In ordine al problema tecnico relativo all’azione di caccia, il cacciatore di selezione dovrebbe attenersi ad un codice etico personale che prevede:

  1. La frequenza periodica di allenamento al poligono, per mantenere confidenza con l’arma e le sue prestazioni.
  2. Provvedere prima dell’inizio della caccia alla taratura dell’arma a 200 mt, per garantirsi una perfetta conclusione dell’azione di caccia anche in situazioni difficili, curando anche la pulizia dell’arma.
  3. Praticare e saper godere dell’arte dell’avvicinamento, che arricchisce di grandi emozioni ogni azione di caccia e la qualifica molto più del tiro a distanza.
  4. Cacciare con un amico o un bravo maestro, con cui confrontarsu per arricchire il proprio bagaglio di esperienze.
  5. Evitare sempre tiri a lunga distanza se non si è sperimentata la reale capacità di tiro, se non si è esperti tiratori e non si è dotati di attrezzature tecniche di alta precisione.

Queste sono delle buone pratiche, del tutto sufficienti a:

  1. ridurre quasi a zero il rischio di ferimento senza possibilità di recupero dell’animale,
  2. evitare che in caso di ferimento, si possano trovare disperse nel corpo dell’animale, qualora vada a morire, particelle di piombo,
  3. avere piena consapevolezza del problema e sentirsi orgogliosamente cacciatori seri e formati, attenti all’ecosistema, e partecipi coscienti della salvaguardia dell’ecosistema e dell’ambiente in generale, che deve diventare la nostra prima preoccupazione, senza che siano altri a metterci il cappello,
  4. evitare di essere chiamati in causa per i deprecabili casi di avvelenamento da piombo che si possano in futuro verificare e possano provocare in questi predatori la morte per “saturnismo”.

Ben venga quindi, per chi crede nella modernità, l’uso delle palle monolitiche, che personalmente uso ormai da molti anni con piena soddisfazione, come scelta tecnica efficace e moderna, e al contempo etica, nel rispetto dell’ambiente e dell’ecosistema.

Palla MONOLITICA, che si apre a petalo e non disperde materiale nella carcassa dell'animale colpito.
Non dimentichiamoci che il selvatico che sacrifica la vita per la nostra passione è parte anche di una oculata gestione scientifica, che è condivisa da tutti se l’animale è rispettato fino in fondo e viene abbattuto in maniera precisa, senza inutili sofferenze, e le sue carni sono trattate con onore per essere apprezzate a tavola.

Continuiamo a cacciare con serenità e partecipazione, e che la caccia sia sempre più un momento che aggrega e sappia generare, per quanto ne saremo capaci, una felicità sincera e condivisa.

Flavio Galizzi

Vicepresidente Federcaccia Bergamo

Previous post

PHOTO- Attacchi a capanni di migratoristi: Fidc Bergamo ricorda di essere a disposizione dei cacciatori per assistenza legale

Next post

Selvaggina da integrazione a marzo e aprile nell'Atc Pianura Bergamasca