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L’assemblea provinciale di Fidc Bergamo: il saluto di Lorenzo Bertacchi dopo due mandati da Presidente

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Con questa assemblea vado a concludere il mio secondo mandato da Presidente Provinciale. Resterò in consiglio, mettendomi a disposizione quale consigliere. Forse diventerò Presidente Regionale. In ogni caso il mio impegno per la caccia e la Federcaccia non cesserebbe e non cesserà.

Voglio ringraziare tutti Voi, con un pensiero anche a chi non c’è più, per avermi supportato e soprattutto sopportato. Non sono stato un presidente facile.

Un pensiero consentitemi di mandarlo anche alla mia compagna Lorena per l’infinita pazienza, e ai miei bracchi Ares e Benito, che di certo preferirebbero un cacciatore da caccia a un cacciatore (anche) da scrivania: e anche a me, oltre alla sacrosanta stagione venatoria, sarebbe piaciuto dedicare tempo all’allenamento e all’addestramento.

Questi dieci anni mi hanno anche cambiato, e spero di lasciare una traccia in Federcaccia Bergamo.

Ci sono stati momenti sicuramente difficili, è stata un’esperienza davvero impegnativa, in cui però ho messo, credetemi, l’anima e una grandissima passione, che anzi è cresciuta sempre di più.

E è stata un’esperienza che mi ha cresciuto molto: da sempre mi ritengo onorato di avere rappresentato la Federcaccia di Bergamo, diversamente da chi scrisse, non troppo tempo fa, che doveva essere Federcaccia ad essere onorata di potersi fare rappresentare da lui.

Penso di aver dato tanto, ma so di anche di aver ricevuto tanto: in termini di esperienza di certo, in termini di soddisfazioni, in supporto, ma anche – e su questo voglio soffermarmi – in termini umani.

Ho conosciuto tanti presidenti, tanti cacciatori, anche fuori da Bergamo, e ho conosciuto cammin facendo persone che oggi reputo Amici veri – l’ho scritto con la A maiuscola – amici al di là della comune passione venatoria.

E questo per me ha un valore inestimabile.

Posso credere che in questi anni qualcosa di buono sia stato fatto.

Sono certo invece di non essere stato un buon presidente sotto taluni aspetti, e spero di aver reso i miei errori comunque tollerabili.

Se tante cose sono state fatte grande merito va ai consiglieri che mi hanno accompagnato: ricordo i componenti del primo direttivo che mi ha scelto come presidente seppur alla prima esperienza, e mi ha fatto capire l’associazione; e ovviamente tutti i Consiglieri Uscenti e i Vicepresidenti Rolando Foresti, Flavio Galizzi e Maurizio Volpi, indicati in mero ordine alfabetico: la condivisione di una linea comune di fondo sulla direzione da dare al nostro mondo e alla nostra associazione, la tranquillità di sapere di potermi esprimere, anche nelle circostanze più urgenti, rappresentando la linea del consiglio pur senza aver la materiale possibilità di fare un passaggio formale al suo interno, ha consentito spesso di intervenire tempestivamente ed efficacemente.

Grazie per i consigli che mi avete dato e per la serenità che mi avete garantito nell’agire. Sempre, anche in quelle occasioni in cui – lo so e lo riconosco – vi siete fidati.

Grazie per aver sopperito alle mie mancanze e per aver messo Voi la faccia in circostanze delicate, anche per contenere l’esposizione dell’associazione difendendomi dagli attacchi di quei presidenti di altre associazioni che non avendo argomenti propri si limitano a raccontar frottole su chi invece agisce.

Guardando indietro rivedo in quello che ho fatto certe cose che potevano essere fatte meglio o diversamente. Situazioni che dovevano essere affrontate con maggior attenzione. O magari parole che non dovevano essere dette. Ma dei se e ma son pieni i fossi, e anzi posso dire che insieme abbiamo combattuto tante battaglie.

E questo, a me e ai Vicepresidenti e Consiglieri che mi hanno accompagnato in questi anni, dà la serenità di poter pensare che non saremo criticati per gli errori che abbiamo commesso agendo.

Mi piace sempre ricordare le parole di Theodor Roosvelt

…non è il critico che conta, non colui che addita l’inciampo dell’uomo forte dove avrebbe potuto fare meglio uno che ha agito. Degno di lode è l’uomo che si trova effettivamente nell’arena, con la faccia sporca di polvere, sudore e sangue; l’uomo che lotta coraggiosamente, che sbaglia e spesso non riesce; l’uomo che conosce i grandi entusiasmi, la grande devozione, che si consuma per una causa valorosa, che, al meglio, conosce il trionfo di un’alta impresa e, al peggio, fallisce, ma osando…”

Queste parole le consegno a chi diverrà Presidente, e a tutti quanti siederanno in Consiglio con lui, certo che il Direttivo Provinciale saprà trovare al suo interno una figura capace di portare avanti il rinnovamento della Nostra Associazione.

Grazie

Evviva la Caccia, evviva la Federcaccia!

Avv. Lorenzo Bertacchi

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