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Il referendum del 22 ottobre: Federcaccia scrive alla Regione, cosa potrebbe cambiare per il mondo agricolo e venatorio

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Federcaccia Lombardia ritiene che il referendum per l’autonomia del 22 ottobre sia un’occasione da non perdere: siamo ben consci del fatto che dal referendum non deriverà direttamente l’autonomia, ma è più che mai necessario far pesare il desiderio dei lombardi, che con questo referendum hanno l’occasione di affermare la loro volontà.

Ebbene, tra le materie su cui costituzionalmente, ai sensi dell’art. 116, è possibile chiedere e ottenere autonomia, non vi sono solo le materie cosiddette a competenza concorrente, ma anche tre materie che oggi sono di competenza esclusiva dello Stato.

Una è quella di cui all’art. 117, comma 2, lettera s, ovvero la “tutela dell’ambiente, dell’ecosistema e dei beni culturali”. Come associazione venatoria, ma soprattutto come associazione che vive il territorio, riteniamo che Regione Lombardia non possa esimersi dal chiedere autonomia anche in detta materia. Autonomia nella tutela dell’ambiente e dell’ecosistema significherà poter gestire i parchi finalmente con adeguate risorse, facendoli divenire una vera opportunità per i Comuni e per il territorio: svincolarsi dall’ingessatura della Legge 394 potrà portare i parchi lombardi a quella fruibilità che è caratteristica delle pari istituzioni europee. Autonomia nella tutela dell’ecosistema significherà davvero poter sostenere l’agricoltura intervenendo su specie problematiche come il cinghiale e la nutria senza entrate a gamba tesa da parte del Ministero. Magari potrà significare finalmente una maggiore libertà dai pareri copia-incolla di ISPRA in materia venatoria e consentirebbe di far funzionare l’osservatorio faunistico regionale (le risorse non mancherebbero di certo).

E la tutela dei beni culturali ci potrebbe dare maggiore libertà anche nella tutela delle nostre caccie tradizionali e dei vecchi roccoli, patrimonio paesaggistico imprescindibile delle nostre Prealpi, esperienza unica al mondo di architettura al contempo edile e botanica, traccia di un’economia rurale vissuta sino al 1969 e poi trasformata in servizio pubblico di cattura dei richiami vivi destinati ai cacciatori. In ogni caso è certo che la tutela del patrimonio culturale lombardo in generale, se rimessa nelle mani di Regione Lombardia, potrebbe beneficiare di una valorizzazione senza precedenti, con ricadute economiche formidabili. Chiediamo dunque che tra le materie su cui si attiveranno le procedure costituzionalmente previste affinché siano devolute al Governo Regionale vi sia formalmente anche quella di cui all’art. 177, comma 2, lettera s) della Costituzione della Repubblica Italiana. Ringraziando per l’attenzione, porgiamo cordiali saluti.

Dott. Prof. Mauro Cavallari, Presidente Regionale di Federcaccia Lombardia

Avv. Lorenzo Bertacchi, Vicepresidente

Marco Bruni, Vicepresidente

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