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Le modifiche alla legge regionale venatoria 26/93

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Ieri in Consiglio Regionale sono state votate le modifiche, tra le altre, alla legge 26/93, che regola l’attività venatoria: modifiche necessarie per attuare il ritorno delle competenze amministrative in capo alla Regione, che prende il posto della Provincia come interlocutore del mondo venatorio, anche a livello territoriale.

 Di certo buona la notizia che il Corpo di Polizia Provinciali è salvo, e manterrà precise competenze in materia di vigilanza venatoria e ittica: solo un corpo di polizia “professionale” garantisce una proficua lotta contro gli atti di bracconaggio.
Del tutto inaspettata invece la scelta di rinnovare i Comitati di Gestione di ATC e CAC entro il 30 giugno 2017: come avevamo segnalato a tutti i Consiglieri Regionali, i Comitati sono entrati in carica nella primavera 2015, e cominciano di fatto a programmare e gestire per l’anno successivo, posto che in primavera tutto deve già essere deciso e pianificato (ammissioni dei cacciatori, censimenti, specializzazioni e quote di iscrizione, ripopolamenti, etc etc). Il buon senso avrebbe suggerito che gli attuali Comitati restassero in carica sino al 2018, quando comunque anche quelli che verranno nominati nel 2017, andranno a naturale scadenza: nella stessa legge si prevede infatti che i Comitati di Gestione durino tanto quanto il Consiglio Regionale in carica quando si procede alla loro nomina. Le nomine devono peraltro rispondere ai requisiti propri per le nomine negli enti pubblici e sono oltre 500: tra il 2017 e il 2018 dunque gli Uffici saranno più impegnati a valutare candidature che a programmare l’attività venatoria.
C’è grande preoccupazione invece per le disposizioni integrative provinciali del calendario venatorio regionale: l’adozione di un eventuale calendario regionale unico potrebbe sconvolgere non solo abitudini consolidate, ma soprattutto potrebbe travolgere le disposizioni a cui molte province ricorrevano per attuare una migliore gestione della fauna selvatica e una razionalizzazione dell’attività venatoria soprattutto per le aree a maggiore densità di cacciatori.
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