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Nuove difficoltà dal Tar di Milano per i nostri roccoli

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Una sentenza di certo non passata inosservata per il mondo della caccia. In data 11 febbraio è stata depositata la sentenza n°264/2016 del TAR Milano nel ricorso n. 350/2015 proposto da FIDC e ANUU Migratoristi nel gennaio 2015, contro la chiusura dei roccoli decretata a novembre 2014 dal Ministro Galletti.

Il ricorso delle associazioni, alle quali si era affiancata la Regione Lombardia, è stato dichiarato inammissibile in quanto sia il provvedimento impugnato sia la delibera di apertura dei roccoli avevano comunque cessato i loro effetti il 31.12.2014 e quindi i ricorrenti non avrebbero avuto un concreto interesse alla pronuncia del TAR.

 Il TAR Milano è poi entrato nel merito di un’altra questione che preoccupa seriamente in materia di roccoli: secondo il Giudice Amministrativo, infatti, l’art. 21 della Legge 115/2015, sostituendo il comma 3 dell’art. 4 della L. 157/1992, avrebbe comunque comportato la chiusura degli impianti di cattura autorizzati dalla Regione. La nuova dicitura della legge, infatti, sembrerebbe indicare che le catture dei richiami possono essere effettuate solo da impianti autorizzati senza l’uso di mezzi vietati dall’allegato IV della Direttiva Uccelli, come le reti. Più che altro a detta del Giudice sembrerebbe di questo avviso lo stesso Consiglio Regionale, che nel novembre 2015 votando un ordine del giorno volto a far sospendere la banca dati dei richiami vivi, motivando la sospensione avrebbe ritenuto che “le recenti modifiche normative impediscono la possibilità di approvvigionare i cacciatori dei richiami vivi attraverso gli impianti di cattura”. Pertanto per Il Giudice le Associazioni ricorrenti non potrebbero più avere nessun interesse concreto all’accoglimento del ricorso.

“L’interpretazione data dal TAR Milano è sicuramente un duro colpo, perché rende ancor più difficile attivare gli impianti di cattura -ha affermato il nostro presidente Lorenzo Bertacchi-. Già da molti anni i roccoli venivano attivati “in deroga” ai divieti della Direttiva Uccelli per le catture. L’interpretazione del TAR Milano sembra una vera e propria forzatura, in quanto interpreterebbe la nostra legge nel senso di non consentire nemmeno il ricorso allo strumento delle deroghe per le catture, che invero sono previste sia dalla Direttiva Uccelli, sia dalla stessa legge 157/92 dall’art. 19-bis, che disciplina proprio l’attuazione delle deroghe! Una cosa è certa: la banca dati è stata realizzata appositamente per poter provare ad aprire i roccoli ed è un requisito ritenuto (da ISPRA) essenziale ai fini della concessione delle catture in deroga. La sospensione della banca dati, pertanto, comporterebbe implicitamente l’impossibilità di aprire i roccoli”.

La sentenza del Tar

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